martedì 19 maggio 2009

Per comprenderci



La storia della fotografia è costellata di ogni genere di sperimentazione.
Potremmo dire che la fotografia stessa altro non è se non il frutto di esperimenti fisico-chimico-ottici.
In questo senso l’attuale approccio empirico di molti fotografi potrebbe costituire la naturale evoluzione della ricerca fotografica in ambiti apparentemente senza possibilità di sviluppi rispetto al passato. Mi riferisco a scatti ‘normali’ che ognuno di noi potrebbe realizzare tra le mura di casa e che la manualistica tecnica vorrebbe ormai inscatolati entro procedimenti consolidati.


Il digitale ha però rimescolato le carte. Mettiamo quindi da parte il dogmatismo di chi vuole un fotogramma intoccabile e consideriamo invece quanto il digitale ha da offrire nel campo del fotoritocco di tagliocreativo.


La digi-art
Con arte digitale intendo le forme d'arte elaborate in forma digitale . Termini simili vengono usualmente riservati per l'arte che è stata realizzata attraverso un computer.
La digi-art può essere generata completamente dai computer o presa da altre sorgenti, fotocamere, scansione di foto analogiche, un'immagine disegnata ecc..
Fondere due immagini fotografiche, o più, può avere diverse motivazioni; può essere una questione di necessità che spinge a modificare la ripresa reale, o la volontà di creare qualche cosa di irreale. In entrambi i casi si parte da un presupposto: la realtà non è assoluta.

Per altro possiamo considerare che la fusione di più scatti fotografici, o banalmente l’eliminazione di parti dell’originale fotografico, è una pratica che esiste da quando è nata la fotografia per la necessità dell’autore di rappresentare la sua realtà interiore.
“ ”La follia del “Melagrano”
Riflessione obbligatoria da fare è che i processi di manipolazione fotogenetica che portano a risultati come la “Melagrano” si basano sulla creazione di legami e connessioni del tutto nuove tra fotogrammi che si conoscono é si possono controllare o modulare, mentre l'uso dell'ingegneria genetica in agricoltura e nella produzione degli alimenti ha un impatto non soltanto sull'ambiente e la biodiversità, ma anche sulla salute umana” ”

Se la realtà non è modificabile, la fotografia che ne fissa un momento invece sì! Lo hanno scoperto e sperimentato fotografi celebri.
Il digitale quindi non ha inventato nulla, ha solo reso “non” più facile, “non” più veloce, ma solo più perfezionabile la fusione di più scatti fotografici e di tutto quello che ‘viaggia’ all’interno di un elaboratore può essere impiegato quale materiale utile per ‘completare’ un fotogramma, che potremmo chiamare ‘digi-composizione’, volendo creare un neologismo per questo nuovo modo di creare immagini.
L'arte digitale trae le sue origini dall' arte elettronica. Ed ecco che la tela fa posto al monitor e alla carta da stampa, il pennello cede il suo ruolo al mouse. I pixel vengono ora plasmati dagli artisti prendendo le forme reali e surreali dei nostri mondi interiori. Al di là degli strumenti utilizzati quindi, il concetto, il pensiero e la ricerca restano comunque patrimonio dell'artista e delle sue opere.
Ciò che rimane unico e inimitabile è l'intento: realizzare un opera che trasmetta un messaggio, che gratifichi chi la realizza e chi l'apprezza, che aiuti a sognare e a vivere un po' meglio.

La digital art deve ancora guadagnarsi l'accettazione e il riguardo concessi a forme d'arte storicamente consolidate come scultura, pittura e disegno, forse a causa dell'erronea impressione da parte di molti che "a farla è il computer". Ad ogni modo, gli artisti digitali dispongono di un'ampia gamma di tecniche per esprimere creativamente loro stessi.

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